Rosso sangue (Italian Edition) by Lanza Elda

Rosso sangue (Italian Edition) by Lanza Elda

autore:Lanza, Elda [Lanza, Elda]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


DICIOTTO

Dalla giacca appesa in anticamera capì che Angelo era già arrivato a casa.

In soggiorno, seduto al solito angolo del divano verso la lampada, suo marito stava leggendo il giornale. Sollevò appena la testa.

«Che cosa c’è?»

Elsa si lasciò letteralmente cadere accanto a lui. Non si stupì che Angelo avesse capito il suo stato d’animo soltanto da un’occhiata. Adagio fece di sì con la testa. «Quel ragazzo si è ammazzato».

«Quale ragazzo? Quello che l’ha trovata?»

Non aveva più voglia di ripeterlo. Angelo aveva fatto la doccia, Elsa se ne accorse dal leggero profumo di Eau Dynamissante, una colonia che gli aveva regalato dopo qualche mese che si conoscevano, e che Angelo non aveva mai smesso di usare. Aveva indossato i calzoni di una tuta bianca e un golf di cachemire leggero color turchese, un colore che gli stava bene perché era il colore dei suoi occhi.

«Non parliamo mai di lavoro, a casa…»

«Francamente non parliamo mai di qualunque cosa».

Dalla parte opposta del soggiorno, la tavola era già apparecchiata, per due. Come sempre. A quella tavola cenavano senza dirsi una parola, senza un sorriso. Quando si alzavano, al termine della cena, ognuno andava nel proprio studio, spesso Angelo usciva. Da solo.

Quella sera allungò un braccio dietro la testa di Elsa. «Che cosa è successo?» chiese di nuovo.

Gli raccontò brevemente della visita a quel ragazzo, dello sparo, della sua morte.

«Io non l’ho capito» ripeté.

«Come avresti potuto? Per quel due di picche? Forse è stato bravo a mandarti fuori strada e a imbrogliarti con quel due di picche. Se davvero ha ammazzato sua madre…»

«No. No, non dirlo. Non può averla ammazzata lui».

«Neppure un dubbio?»

«No, neppure un dubbio. Se ne avessi avuti sarei rimasta. Me ne sono andata perché ero tranquilla, avevamo giocato. Voleva dirmi qualcosa che io non ho capito».

Aveva appoggiato la testa sulla spalla di Angelo e lui, ora, le aveva passato il braccio attorno alle spalle e la stringeva come se volesse proteggerla. Soprattutto da se stessa.

Lucilla, che per scherzo chiamavano la loro badante, entrò per chiedere se poteva servire.

«Ancora un momento» le disse Angelo. «La chiamo io». Guardò la porta richiudersi alle spalle della donna e accarezzò sua moglie sul collo. «Non puoi sentirti responsabile di qualcosa che non potevi prevedere. Ci sono ragioni per cui avrebbe potuto uccidere sua madre?»

Elsa scosse la testa risolutamente. «Non è stato lui… eppure voleva dirmi qualcosa». Con la fronte accarezzò la barba di suo marito: rasata a fior di pelle, perfetta sulle guance tra i baffi e il mento. «Non è stato lui».

«Se ne parlassimo dopo cena?» Fu sorpreso dalla propria voce.

Elsa si scostò dal marito e fece di sì con la testa. «Da quanto tempo non parliamo così, noi due?»

«Vuoi i mesi, i giorni, le ore e i minuti? Tanti… da quando ti sei messa in testa che io facessi la corte a quell’analista dell’agenzia».

«Invece?»

«Credo di non averle mai stretto la mano neppure per dirle buonasera. Io sono sempre stato innamorato di te».

«Non è vero».

«Vuoi una discussione o provi a credermi sulla parola? Mio fratello mi



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